Tre versioni di un quadro che non esiste di un pittore fiammingo mai viss
Ma per capire tutto prima ricreate sulla scacchiera la posizione del diagramma e risolvete il problema scacchistico.
La domanda è: “QUI NECAVIT EQUITEM ?” ovvero, più semplicemente: “Chi ha mangiato il cavallo? Il problema di analisi retrograda è abbastanza semplice, ma per chi non vuole cimentarsi ecco la soluzione in un interessante articolo su questa invenzione letteraria.
Infatti il quadro e la partita sono un’invenzione letteraria dello scrittore spagnolo Arturo Pérez -Reverte che nel libro “La tavola fiamminga” (titolo originale “La tablas de Flandes”, pubblicato in Spagna nel 1990 e uscito nella traduzione italiana nel 1994) tratta, in un thriller di argomento scacchistico, una trama avvincente.
Julia è una giovane restauratrice incaricata di controllare “La partita a scacchi”, una tela del 1471 del fiammingo Pieter Van Huys che sarà messa presto all’asta. Grazie ad una scansione ai Raggi X Julia fa una scoperta inattesa: sotto la vernice è celata la frase latina: «Quis necavit equitem», “Chi ha catturato il cavallo ?”. “Necavit” significa anche uccidere e “Equitem” non si limita al destriero ma anche a chi lo cavalca, quindi la frase può più propriamente intendersi come “chi ha ucciso il cavalliere?”.
La stranezza è amplificata. Frase e copertura della stessa sono state prodotte nello stesso momento e dalla stessa mano, quindi dal pittore stesso che intenzionalmente scrive e poi nasconde quell’interrogativo. Il dipinto raffigura una camera dove si svolge una partita a scacchi tra due uomini, un giovane ed eroico soldato e un distinto nobile e, alle loro spalle, una riservata dama assorta in lettura. Forse apprendendo le vicissitudini storiche dei personaggi e lo studio della posizione dei pezzi sulla scacchier il pittore pone allo spettatore un enigma, ancora da svelare.
Julia suo malgrado è costretta a interpellare il suo ex amante e docente di Storia dell’Arte Alvaro. Confida nell’aiuto dell’amica gallerista Mechu e di César, l’antiquario che l’ha colmata di amore paterno dopo la prematura scomparsa del genitori naturali. Trovano in Muñoz, modesto contabile ma provetto scacchista (che “non vuole vincere”), la persona adatta che potrà aiutarli a risolvere quanto raffigurato sulla scacchiera. Nel mentre la strana morte di Alvaro mette i cercatori allerta. Presto imprevedibili avvenimenti coinvolgono i proprietari del quadro e chi ne viene a contatto. Forse solo scoprendo il mistero della morte del cavaliere avvenuta nel 1471 si riuscirà anche a svelare cosa sta realmente ora accadendo.